ONDA SU ONDA by Richard Mainwaring

ONDA SU ONDA by Richard Mainwaring

autore:Richard Mainwaring [Richard Mainwaring]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2023-05-06T22:00:00+00:00


Figura 3. Le note dell’arpa del ratto.

Ma i talenti dei ratti non finiscono qui. Svolgendo ulteriori ricerche sui loro baffi (che cos’avranno mai questi animali per appassionare tanto gli scienziati?), il professor Mitra Harmann della McCormick School of Engineering e i suoi collaboratori hanno scoperto un’altra importante funzione a cui adempiono le vibrisse: calcolare la direzione del vento, in modo da poter percorrere a ritroso le scie olfattive lasciate dal cibo23. Questa capacità – detta anemotassi – rappresenta un impiego delle vibrisse che non implica alcun contatto diretto e che, di fatto, fino a poco tempo fa gli scienziati non avevano ancora preso in considerazione. Negli esperimenti condotti da Harmann i roditori sono stati collocati di fronte a un tavolo chiuso semicircolare dove erano presenti cinque ventole equidistanti, una sola delle quali era attiva in ciascuna prova. Davanti a ogni ventola c’era un foro attraverso il quale i ratti potevano accedere a un tunnel che conduceva a una ricompensa liquida. Ipotizzando che i baffi non svolgano alcun ruolo nell’individuazione del flusso di aria, i ratti avrebbero dovuto avere una probabilità del 20 per cento di scegliere il foro giusto, cioè quello corrispondente alla ventola attiva. Viceversa, nel corso dei 10 giorni in cui si è svolto l’esperimento i ratti hanno scelto regolarmente la ventola e il foro corretti nel 55 per cento dei casi. Dopodiché sono stati strappati loro i baffi. Senza l’aiuto delle vibrisse la loro capacità di individuare la fonte del flusso di aria è diminuita del 20 per cento. Pur considerando che all’anemotassi possano contribuire in qualche modo anche altri fattori percettivi quali il movimento dei peli, la pelle, la vista, l’olfatto ecc., la vibrazione dei baffi indotta dai flussi d’aria sembra aiutare ed essere senz’altro nelle corde (o vibrisse) dei ratti.

La natura è piena di vibrazioni e questo capitolo ha inteso mostrare quanto le frequenze possano essere di importanza vitale per il regno animale. Ma gli studiosi si stanno via via rendendo conto che anche le piante captano gli hertz. Nel lontano 1954 alcuni scienziati indiani fecero “ascoltare” a piante di Mimosa pudica, un rampicante appartenente alla famiglia delle Leguminose, delle esecuzioni al violino di raga carnatici del mattino: il risultato, a loro dire, fu un aumento nella crescita delle spine, dei rami e delle foglie delle piante in questione24. Più tardi, nel 1963, un fantomatico signor G. E. Smith di Normal, nell’Illinois (da non confondersi con G. E. Smith, il chitarrista che ha suonato con Bob Dylan), sulla base di dati non pubblicati suggerì che alle pianticelle di mais e di soia piacesse la Rapsodia in blu di George Gershwin: ma a chi non piace? Tuttavia, nel numero di febbraio 1965 di “BioScience”, Richard Klein e Pamela Edsall cercarono di raffreddare gli entusiasmi. In condizioni controllate diffusero un mix eclettico di brani tratti da cinque registrazioni per grammofono: il canto gregoriano Christus natus est, il terzo movimento della Sinfonia n. 41 di Mozart, Three to Get Ready del Dave Brubeck Quartet, I Want to Hold Your Hand dei Beatles e, fatto piuttosto bizzarro, un’esecuzione di The Stripper.



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